WOW! “Qualcuno” lo ammette: con la pelle non c’è partita

WOW! “Qualcuno” lo ammette: con la pelle non c’è partita

I consumatori lo hanno capito: non c’è un’alternativa valida alla pelle. È costretto ad ammetterlo anche chi preferirebbe il contrario: con la pelle non c’è partita. Infatti, cerca di motivare il costante successo della pelle agganciandolo a un ritorno della dieta carnivora. Non solo: anche alla crescente tendenza del consumo di prodotti di origine animale nel beauty e nel wellness. Ma la verità è un’altra. Ed è semplice. L’abbiamo già scritta poche righe fa, ma abbiamo voglia di ripeterlo (oggi va così…): con la pelle non c’è partita.

I marchi vegani sono out?

The carnivore is back. Are vegan brands out? è il titolo di un articolo pubblicato nella sezione beauty di Vogue Business. La testata spiega come la dieta carnivora sembra tornata di moda e come i consumatori si stiano orientando verso prodotti di origine animale anche nella cosmesi. Il che dimostra come siano sempre più scettici verso prodotti “sostenibili” o “vegani”. Il discorso poi si sposta sulla moda, partendo dagli stessi presupposti. “Come per la bellezza, i consumatori sono rimasti delusi dalle alternative di moda vegane. Sono sempre più consapevoli dell’importante ruolo che la plastica gioca nelle alternative vegane alla pelle”.

 

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Si torna alla pelle animale

“Ora gli acquirenti stanno tornando alla pelle animale” si legge sulla rivista. Ma a dire la verità non l’hanno mai lasciata. Anzi, basta leggere le riviste di moda, scrollare i social, o vedere le passerelle per accorgersi di questo. Poi, però, arriva l’opinione della creatrice di contenuti e autrice Andrea Cheong, che conduce anche il podcast Fashion Our Future di Kering (ops…). Cheong non deve essere una sostenitrice sfegatata della pelle, o almeno Vogue Business la fa apparire così, quando dice: “Molte persone pensano ancora che la real leather sia migliore”. Quell’avverbio – “ancora” – tradisce la sua presunta neutralità. Choeng, però, è costretta ad ammettere la supremazia della pelle. Spiegandola in due modi. Primo: la difficoltà dei materiali Next Gen di raggiungere la scalabilità e un prezzo competitivo. Secondo: “La percezione dei consumatori nei confronti della pelle animale è migliorata. Tutte le alternative hanno dimostrato di non avere valore. Soprattutto a lungo termine, se si tiene conto della durevolezza e del fatto che nessuno sa come si logoreranno”.

Con la pelle non c’è partita

L’articolo prosegue ospitando Karla Mora, fondatrice e managing partner di Alante Capital, che guarda la questione con un’ottica finanziaria. “Per conquistare un consumatore di pelle, (il cosiddetto materiale alternativo ndr) dovrebbe superare la concorrenza in termini di qualità, prezzo e stile. Quando questo accadrà, ci aspettiamo che decolli indipendentemente dalla tendenza verso i prodotti animali” osserva Mora. Insomma, per ora non c’è partita. Ne riparleremo se e quando i materiali Next Gen riusciranno a pareggiare le qualità, i prezzi e l’aspetto della pelle. Ad maiora! (mv)

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