Correva l’anno 1954: la spedizione di Ardito Desio conquistava la vetta del K2. Ai piedi di tutti i suoi componenti c’erano scarpe e scarponi del calzaturificio Giuseppe Garbuio di Montebelluna fatti con il cuoio della conceria friulana Presot. Che il 1° marzo 2022 ha festeggiato i suoi 90 anni di attività
LA COPERTINA
QUELLO DI CUI in questo momento Donald Trump vorrebbe fare a meno è il fatto che, di colpo, negli Stati Uniti, l’opinione pubblica e non solo, abbia scoperto che esiste la cosiddetta supply chain. L’ha scoperto perché, causa Covid, si è inceppata generando problemi a qualsiasi livello, dall’approvvigionamento delle materie prime alla vendita di qualsiasi...
La pelle tra l’incudine dei costi a monte che aumentano (tutti, indiscriminatamente) a dismisura e il martello dei clienti a valle che non ci sentono e costringono le concerie ad assorbire i rincari
L’aumento dei costi delle commodities e dell’energia comprime i margini delle aziende manifatturiere
Vai in fiera, a Firenze per Pitti Uomo e a Riva del Garda per l’Expo della calzatura, e scopri una diversa percezione della criticità in corso
Il prezzo per la spedizione di un container «da 40 piedi è passato dai 2.000 dollari, sui quali era più o meno stabile da quasi 15 anni, ai 10-15.000 di oggi, con picchi di 20.000»
È tutta una questione di consapevolezza. Quella di essere, agli occhi dei propri clienti (fidelizzati e non) desiderabili al punto da giustificare qualsiasi provocazione creativa e, soprattutto, ogni reiterato aumento dei prezzi di vendita dei propri accessori
Caldo, caldissimo, è stato il trend del prezzo medio all’export delle calzature dal 2010 al 2020. Una corsa al rialzo che difficilmente si fermerà
QUEST’ANNO funziona così: ogni mese La Conceria che avrete tra le mani sarà dedicata a un solo argomento. Dall’inizio alla fine. Abbiamo sperimentato questa formula nell’ultima uscita del 2021, mettendo a fuoco la (per quanto possibile) verità necessaria per non continuare, in modo funzionale a precisi interessi di marketing, a depistare il dibattito sulla pelle,...
Il salotto (insieme a una considerevole e ampia serie di complementi d’arredo), una volta tanto, ringrazia. È l’unica destinazione della pelle italiana che ha già recuperato i livelli pre-Covid
La nidification premia l’arredo, quindi il salotto, quindi (anche) la conceria italiana. Che gioca la sua partita affinando armi ormai trasversali a tutte le destinazioni di prodotto: la qualità, il servizio a più ampio raggio, l’equilibrio di prezzo, l’approccio green
Come hanno assorbito le grandi catene alberghiere l’urto della pandemia? Risponde Lanfranco Arena, titolare e amministratore di Prodital
Nicola Coropulis, CEO di Poltrona Frau ci spiega la nuova dimensione ibrida del design, l’importanza della pelle e i vantaggi di essere parte (dal 2014) del gruppo Haworth
Rinascite, terze generazioni, artigianalità e ricerca di nuovi posizionamenti nella Murgia Valley del mobile imbottito
Per alcuni brand è un passaggio inevitabile (spesso ai limiti dell’esercizio di stile), seppur contestuale a certe occasioni ed eventi. Per esempio: la kermesse milanese del Fuorisalone.
«Si possono salvare una mucca, evitando di usare la pelle, e il mondo, evitando di consumare i prodotti animali». Lo dicono in molti: ma non è vero. Le ragioni di un numero monografico
Per l’ennesima volta Stella McCartney oltraggia la pelle e chi la recupera e la trasforma. Ma la concia, da quella italiana a quella internazionale, ha alzato la voce. «Lasciaci in pace, Stella, e continua a fare le tue borse di plastica»
Fare a meno della pelle non si può. O meglio, non avrebbe senso. In un (per fortuna solo ipotetico) mondo leather-free si consegnerebbe alle discariche o agli inceneritori un sottoprodotto della zootecnia
L’auto corre a tutta velocità lungo la rotta della transizione elettrica e, per ragioni di marketing, gioca ormai in modo strutturale la carta di un’equazione senza senso. Quella che assimila il senso di “green” a quello di “veg” e millanta ragioni senza sostanza per non usare la pelle. Perché?
La pretesa vegana è che l’intero mondo smetta di mangiare carne per ragioni di salute e di sostenibilità. Ma è una pretesa senza fondamenta scientifiche. E che, anzi, comporta molti rischi