Studiare serve. E apre le porte del mondo del lavoro. Lo dimostrano le interviste a Federico Volpato e Ginevra Montevidoni. Due ragazzi che dai banchi di scuola sono entrati a pieno titolo nel team di un calzaturificio veneto e di una conceria toscana
LA COPERTINA
A Scandicci, nel pieno del suo boom industriale, Gucci (controllata dai francesi di Kering) ha aperto la sua ArtLab (in foto): è la cartolina perfetta della stagione in corso.
Il rischio di disinvestimento per le manifatture Italiane controllate da gruppi francesi non c’è. Qualche certezza in meno, invece, per i terzisti. Le opinioni di Mario Ortelli (Ortelli&co) e Flavio Cereda (Jefferies International)
Marche, Abruzzo, Campania (e non solo) l’onda terzista non bagna solo Scandicci, ma “oltre distretto” i timori che sia un evento “positivamente transitorio” sono maggiori. «Non ci sono alternative»
Quella del conto terzi, per la scarpa italiana, è una scelta obbligata, crescente, che si esplicita in forme varie ed eventuali. E che non è più vista come “un mezzo fallimento”
Soffia anche sulle quattro ruote il vento del marketing vegano, che vuole assimilare le auto elettriche alla sua idea di sostenibilità. Ma il mercato è più complesso della propaganda
Chi pretende che il nuovo mercato delle auto, quelle elettriche e ibride, sia leather free si sbaglia di grosso. Green e sintetico non sono sinonimo, ammoniscono i conciatori. Mentre, checché ne dicano i polemisti, la sostenibilità della pelle è certa
Tra nuove forme di alimentazione e digitale, l’auto sta cambiando. Con lei il design degli interni: le priorità dei consumatori, ormai, non sono più le stesse. Giacomo Rossi (Frost&Sullivan) ci aiuta comprendere prospettive e insidie per la pelle
A stilare il ranking dei “magnifici 10” interni è stato wardsauto.com, portale leader global in quel particolare ambito che si definisce “automotive intelligence”
Il confine è molto labile. In certi casi nemmeno esiste più. Per auto, moda e accessori la parola d’ordine è contaminazione. E questi esempi la raccontano in modo particolarmente significativo
L’Italia è il primo Paese del G7 ad aderire alla Belt and Road Initiative. La firma del memorandum, però, è stata un terremoto politico
La moda italiana non teme la concorrenza cinese, anzi. Ma, in vista della Nuova Via della Seta, chiede a Roma e a Bruxelles termini chiari per una concorrenza leale
La Cina non è più una minaccia per la moda italiana, anzi. Per questo la Nuova Via della Seta è un’opportunità: se ne convinceranno anche gli scettici. Parola di Mario Boselli
Autorità e associazioni di imprese cinesi rassicurano: «Non intendiamo competere, ma coesistere ognuno nel rispettivo ambito». Mentre per i clienti della Repubblica Popolare l’etichetta Made in Italy rimane imbattibile
Che fine ha fatto il medio? Stretto nella morsa della concorrenza asiatica e dei grandi gruppi, il segmento (in tutte le sue sfumature) è scomparso dai radar. A discapito della filiera della pelle
Il caso del calzaturificio Cerutti: scarpe italiane per il mass market che riescono a competere con il web e l’Asia nonostante «un dumping spaventoso». Come?
Danilo Aliti, dopo aver lavorato in gruppi del premium e dell’alto come Tod’s e LVMH, è approdato in Frau. Perché? È certo che sul mercato si stiano aprendo spazi nuovi
Il medio è morto: viva il medio. Un certo tipo di produzioni e la relativa serie di esperienze commerciali di successo, riescono ancora a crescere, ad avere successo, a ritagliarsi una solida fetta di mercato. Anche in Italia. Come Primadonna. E non solo
Uno potrebbe pensare (tra le tante possibili cose): «In questo modo si può continuare a cambiare senza aver paura di sbagliare: meno stagioni o senza stagioni è sinonimo di libertà». Un altro, invece, potrebbe dire: «Beh, senza stagioni può diventare un alibi per fare sempre la stessa cosa». Diego Della Valle, patron di Tod’s, invece,...
Stagioni sì, stagioni no, stagioni forse. Alla “provocazione” di Diego Della Valle rispondiamo dando voce a tutte le anime della filiera della pelle. E il risultato è meno scontato del previsto