UN MESTIERE D’ALTRI TEMPI L’industria della moda ha le sue ragioni per investire in tecnologie e macchinari. Ma proprio per questo, sottolinea il pellettiere napoletano Vincenzo Bonino, è industria e non più artigianato di Roberto Procaccini Vincenzo Bonino parla con la schiettezza di chi è abbastanza giovane da essere ardimentoso, ma anche sufficientemente esperto...
LA COPERTINA
Le grandi holding del lusso sono serene: lo scenario non compromette le previsioni di crescita single digit. Il problema, però, è che le strategie seguono percorsi lontani dal prodotto in pelle
Dalla guerra in Afghanistan, la cui ultima drammatica evoluzione va avanti dal 2001, a quella interna al Messico, contro/tra i cartelli del narcotraffico, viviamo in un mondo senza pace. Tre sono i casi più recenti: drammatici non solo per tutto quello che stanno causando, ma anche per la difficoltà di intravedere qualsiasi possibilità di una soluzione a breve e medio termine
L’ultima escalation bellica ha fatto (nuovamente, anche se parzialmente) crollare i fragili equilibri post Covid già messi in discussione dal conflitto in Ucraina. A pagarne le conseguenze, dal punto di vista del business, è la logistica.
Il marchio di scarpe di lusso A by Anabelle è stato fondato nel 2017 dalla stilista di origine georgiana, ma israeliana a tutti gli effetti, Anabelle Tsitsin Brandwein. «Molte persone possono condividere l'arte, la moda e il design, indipendentemente dalla loro prospettiva politica»
Il Calzaturificio Fratelli Vanni di Santa Maria a Monte lavora soprattutto con i Paesi arabi, ma, per ora, non sta subendo particolari conseguenze dal blocco del Canale di Suez, dice la titolare Patrizia Vanni. Il Consorzio Toscana Manifatture segnala, invece, qualche difficoltà nel reperire materie prime e macchine. «Chi ha riportato le produzioni in Italia, ci ha visto lungo» dice il presidente Aldo Bertoncini
Non è la prima volta che il Mar Rosso mette in crisi la logistica globale. Ma questa volta c’è il rischio che le conseguenze siano strutturali
NON È PIÙ IL PROBLEMA DI QUALCUN ALTRO
È POSSIBILE METTERE IN SICUREZZA LE FABBRICHE?
IDEE E MODELLI PER GUARDAROBA IN TRASFORMAZIONE
METEOROPATIA DEI CONSUMI FASHION
All’inizio dell’anno, precisamente a febbraio, questo mensile è uscito con in copertina la parola “lavoro”, intendendo con essa tutto il lato formativo delle competenze necessarie alla filiera della pelle e della moda che esemplifichiamo nelle immagini di pagina 3, relative a corsi, laboratori e consegna di borse di studio. Necessarie al punto da far alzare...
La ricerca di giovani lavoratori è il cruccio non solo dell’industria della moda, ma dell’economia italiana tutta. Per questo saper rispondere per primi alle loro necessità rappresenta una sfida esistenziale per le imprese
La voce dei giovani che hanno scelto, dopo varie altre esperienze, di lavorare nella filiera della pelle dimostra che non basta l’incentivo economico per attrarre nuovi collaboratori, formandoli, spesso, da zero
Le ragioni per cui si abbandona un lavoro nella filiera della pelle sono tante, ma tutte connesse alla percezione della propria professionalità e al modo in cui viene valorizzata, all’esterno e all’interno dell’azienda
Le opportunità per chi esce dalle accademie di design ci sono. A patto, però, di avere una formazione non solo teorica e, meglio ancora, di essere sui territori
La prima sfida è arrivare all’attenzione dei ragazzi, ci raccontano le imprese. Una volta investito in comunicazione, tocca poi mettersi in competizione con i big sulle condizioni di lavoro: un’impresa difficile, ma non impossibile da vincere
Le PMI ci provano in tutti i modi, anche con bonus di benvenuto, ma assumere ragazzi disposti a lavorare in produzione resta difficile. Ingaggiarne di bravi, poi, ha del miracoloso. Tanto che qualcuno dice: «Preferisco riprendere i cinquantenni»…
Sul mercato del lavoro incidono due fattori. Uno è ciclico: ci sono più offerte che candidati. Il secondo è culturale: gli italiani hanno un pregiudizio negativo verso i mestieri artigiani