Vecchia? Stanca? “Antica”? Tutti alibi per chi è in cerca di una motivazione che giustifichi la sua scarsa capacità di fare della pelle il materiale che più di ogni altro è in grado di conquistare il palcoscenico dello showbiz.
LA COPERTINA
Ogni anno si producono circa 430 milioni di tonnellate di plastica, più del peso di tutti gli esseri umani viventi. Alla plastica servirebbe una filiera circolare, ma nessuno ha mai pensato di costruirla. Benvenuti in un vicolo cieco
EDITORIALE Ogni crisi è un momento di cambiamento. Del resto, l’etimologia della parola ci riporta al greco antico e al significato di “scelta, decisione”. Dopo tanto correre, produrre, vendere, la manifattura globale della moda e del lusso ha scoperto che può far fatica anche lei. Quale fatica e fino a che livelli, cerchiamo di capirlo...
E le prime a esserlo sono le griffe del lusso, che «hanno visto la contrazione» come ha detto il presidente di Richemont, Johann Rupert
Il lusso che (forse) non corre più, il medio che latita, destinazioni d’uso pigre e un’economia globale assediata da guerra e inflazione.
Un report di Cotance e industriAll riporta che nel biennio 2019-2021 gli infortuni nelle concerie europee sono calati del 16%
Il mercato calzaturiero si agita lungo un orizzonte di estrema differenziazione: geografica, di prodotto, di qualità, di prezzo. Su tutto, però, pesa l’ombra di «una fase non brillantissima» che coinvolge anche la Cina, perché «la geopolitica conta moltissimo».
Anche la pelletteria sta attraversando una fase di normalizzazione dopo il boom del 2022. Nonostante questa difficoltà, rimane per molti nuovi progetti d’impresa un settore da approcciare
Offrire un nuovo materiale naturale all’industria della moda, senza scopiazzarne altri. Affermarsi nel mercato, mentre molti competitor “VEG” stentano. Intervista a MAtt SCullin (CEO di mycoworks)
EDITORIALE Non siamo particolarmente bravi a metterci nel ruolo di protagonisti di qualsiasi celebrazione. Facciamo, ma non del tutto, uno strappo alla regola con questo numero del nostro mensile. Non potrebbe essere altrimenti, visto che coincide con il raggiungimento dei 130 anni dalla nostra prima pubblicazione, datata 5 agosto 1893. Questa volta non possiamo far...
In 130 anni abbiamo mantenuto fede al nostro DNA editoriale trasformandoci e attualizzando di continuo la nostra offerta giornalistica. Oggi, equilibrando la nostra informazione tra la frenetica velocità richiesta dall’online e l’impostazione slow di mensile, la concretezza resta il faro di ogni parola che scriviamo. Esattamente come 100 e più anni fa
Non c’è arroganza in questo titolo: solo la straniante consapevolezza che ci prende quando scorriamo i dorsi della raccolta cronologica delle nostre uscite che scandisce anno per anno il passaggio dalla fine dell’800 all’inizio del Terzo Millennio
Il 5 agosto 1893 pubblicammo il numero che trovate nelle prossime pagine. L’abbiamo riprodotto nella sua interezza perché in ogni parola che contiene, fatte salve le contingenze di quel tempo ormai così remoto, ci sembra di sentir risuonare la missione che ci è stata affidata
Ci sono temi e “emergenze” che il settore conciario dibatte e affronta fin da quando la nostra testata esiste. Come quelli di cui parliamo in questo articolo
I produttori di materiali alternativi hanno provato a sovvertire la concorrenza alla pelle con un furbo rebranding: da simil- sono diventati eco-. Ma i flussi di ricerca su Google sono confortanti: la gente comune non è cascata nel tranello
Oggi molte più testate che in passato si interessano di moda. Ma non lo fanno tanto per spontaneo interesse giornalistico, quanto perché alla ricerca di nuove Inserzioni pubblicitarie. Un condizionamento non di poco conto
Le grandi griffe da qualche tempo organizzano iniziative con il pubblico nei propri opifici: un modo per svelare che dietro prodotti prestigiosi c’è un lavoro di qualità. E per invogliare i volenterosi a cimentarsi nella manifattura moda. Una strada che anche PMI e brand indipendenti cominciano a percorrere
Pagina 3, foto in alto a destra. La Speedy che potete osservare arriva dritta dalla prima sfilata maschile di Louis Vuitton sotto la guida dell’erede di Virgil Abloh: la popstar (riduttivamente parlando) Pharrell Williams. Nel dibattito fashion, questa borsa ha pressoché eclissato il resto degli accessori e degli outfit portati in passerella a Parigi il...