Le opportunità per chi esce dalle accademie di design ci sono. A patto, però, di avere una formazione non solo teorica e, meglio ancora, di essere sui territori
LA COPERTINA
La prima sfida è arrivare all’attenzione dei ragazzi, ci raccontano le imprese. Una volta investito in comunicazione, tocca poi mettersi in competizione con i big sulle condizioni di lavoro: un’impresa difficile, ma non impossibile da vincere
Le PMI ci provano in tutti i modi, anche con bonus di benvenuto, ma assumere ragazzi disposti a lavorare in produzione resta difficile. Ingaggiarne di bravi, poi, ha del miracoloso. Tanto che qualcuno dice: «Preferisco riprendere i cinquantenni»…
Sul mercato del lavoro incidono due fattori. Uno è ciclico: ci sono più offerte che candidati. Il secondo è culturale: gli italiani hanno un pregiudizio negativo verso i mestieri artigiani
Anche a non volerlo, a queste condizioni, si diventa logorroici e ripetitivi, ma, d’altra parte, non lo si fa mica apposta. Da un lato possiamo ritenere che esserlo sia una necessità. Dall’altro, però, è anche una schiacciante schiavitù. Sono anni che va avanti così. Dati i continui attacchi populisti alla pelle di cui in particolare...
Da anni si dice che la pelle per il fashion system è una zavorra. Ciononostante, le griffe (le stesse che certi discorsi li assecondano per calcolo) non ne fanno a meno: e molti rimangono spaesati
Sbagliato pensare che la pelle sia un plus solo per il premium e il lusso: anche il medio l’apprezza e ci fa (crescente) affidamento. La sfida è rimanere entro i prezzi accettabili dal pubblico di riferimento
Scegliere la pelle è un atto innovativo, nonostante ci sia chi la ritiene un materiale “vecchio e statico”. Non è così. Nelle prossime pagine vi spieghiamo come e perché
Quello di Apple che all’improvviso diventa “leather free” è un caso esemplare. Molto interessante per le reazioni che opinione pubblica e media hanno avuto alla notizia
Angelo Cruciani è vegetariano dalla nascita e per il suo brand, Yezael, non ha mai usato la pelle. Lo scorso settembre, però, ha iniziato un nuovo percorso: «È stato un primo test, ma ho intenzione di crescere»
Vecchia? Stanca? “Antica”? Tutti alibi per chi è in cerca di una motivazione che giustifichi la sua scarsa capacità di fare della pelle il materiale che più di ogni altro è in grado di conquistare il palcoscenico dello showbiz.
Ogni anno si producono circa 430 milioni di tonnellate di plastica, più del peso di tutti gli esseri umani viventi. Alla plastica servirebbe una filiera circolare, ma nessuno ha mai pensato di costruirla. Benvenuti in un vicolo cieco
EDITORIALE Ogni crisi è un momento di cambiamento. Del resto, l’etimologia della parola ci riporta al greco antico e al significato di “scelta, decisione”. Dopo tanto correre, produrre, vendere, la manifattura globale della moda e del lusso ha scoperto che può far fatica anche lei. Quale fatica e fino a che livelli, cerchiamo di capirlo...
E le prime a esserlo sono le griffe del lusso, che «hanno visto la contrazione» come ha detto il presidente di Richemont, Johann Rupert
Il lusso che (forse) non corre più, il medio che latita, destinazioni d’uso pigre e un’economia globale assediata da guerra e inflazione.
Un report di Cotance e industriAll riporta che nel biennio 2019-2021 gli infortuni nelle concerie europee sono calati del 16%
Il mercato calzaturiero si agita lungo un orizzonte di estrema differenziazione: geografica, di prodotto, di qualità, di prezzo. Su tutto, però, pesa l’ombra di «una fase non brillantissima» che coinvolge anche la Cina, perché «la geopolitica conta moltissimo».
Anche la pelletteria sta attraversando una fase di normalizzazione dopo il boom del 2022. Nonostante questa difficoltà, rimane per molti nuovi progetti d’impresa un settore da approcciare
Offrire un nuovo materiale naturale all’industria della moda, senza scopiazzarne altri. Affermarsi nel mercato, mentre molti competitor “VEG” stentano. Intervista a MAtt SCullin (CEO di mycoworks)