EDITORIALE Non siamo particolarmente bravi a metterci nel ruolo di protagonisti di qualsiasi celebrazione. Facciamo, ma non del tutto, uno strappo alla regola con questo numero del nostro mensile. Non potrebbe essere altrimenti, visto che coincide con il raggiungimento dei 130 anni dalla nostra prima pubblicazione, datata 5 agosto 1893. Questa volta non possiamo far...
LA COPERTINA
In 130 anni abbiamo mantenuto fede al nostro DNA editoriale trasformandoci e attualizzando di continuo la nostra offerta giornalistica. Oggi, equilibrando la nostra informazione tra la frenetica velocità richiesta dall’online e l’impostazione slow di mensile, la concretezza resta il faro di ogni parola che scriviamo. Esattamente come 100 e più anni fa
Non c’è arroganza in questo titolo: solo la straniante consapevolezza che ci prende quando scorriamo i dorsi della raccolta cronologica delle nostre uscite che scandisce anno per anno il passaggio dalla fine dell’800 all’inizio del Terzo Millennio
Il 5 agosto 1893 pubblicammo il numero che trovate nelle prossime pagine. L’abbiamo riprodotto nella sua interezza perché in ogni parola che contiene, fatte salve le contingenze di quel tempo ormai così remoto, ci sembra di sentir risuonare la missione che ci è stata affidata
Ci sono temi e “emergenze” che il settore conciario dibatte e affronta fin da quando la nostra testata esiste. Come quelli di cui parliamo in questo articolo
I produttori di materiali alternativi hanno provato a sovvertire la concorrenza alla pelle con un furbo rebranding: da simil- sono diventati eco-. Ma i flussi di ricerca su Google sono confortanti: la gente comune non è cascata nel tranello
Oggi molte più testate che in passato si interessano di moda. Ma non lo fanno tanto per spontaneo interesse giornalistico, quanto perché alla ricerca di nuove Inserzioni pubblicitarie. Un condizionamento non di poco conto
Le grandi griffe da qualche tempo organizzano iniziative con il pubblico nei propri opifici: un modo per svelare che dietro prodotti prestigiosi c’è un lavoro di qualità. E per invogliare i volenterosi a cimentarsi nella manifattura moda. Una strada che anche PMI e brand indipendenti cominciano a percorrere
Pagina 3, foto in alto a destra. La Speedy che potete osservare arriva dritta dalla prima sfilata maschile di Louis Vuitton sotto la guida dell’erede di Virgil Abloh: la popstar (riduttivamente parlando) Pharrell Williams. Nel dibattito fashion, questa borsa ha pressoché eclissato il resto degli accessori e degli outfit portati in passerella a Parigi il...
Un gruppo di imprenditori della filiera pelle ci spiega se è vero e come, in un momento congiunturale che somma e porta con sé stress e incertezze a raffica, la fiducia resti una componente fondamentale di un progetto d’impresa
Financial Times si staglia nel panorama editoriale perché è l’unica testata a insinuare dubbi sulla tenuta dell’alto di gamma, in piena stagione di crescita
La fiducia nella/della filiera è stata messa a dura prova dalla pandemia, quando ovunque si è iniziato a parlare e a invocare progetti di solidarietà d’impresa. Obiettivi: proteggere i fornitori e la continuità del business
Negli ultimi dieci anni Conceria del Chienti ha rischiato due volte di chiudere i battenti, trovando ogni volta la forza E la motivazione per risollevarsi
La zootecnia è stata trasformata nell’arco di decenni nel colpevole perfetto per ogni problema esistente, sociale o individuale. Ora, dopo tante campagne degli avversari, deve ricostruire un rapporto serio e informato con il pubblico
Nella transizione green la moda ha bisogno di rapporti e pratiche trasparenti sia lungo la filiera, che nel dialogo con il consumatore. È un’evoluzione collettiva che procede tramite innovazioni graduali e che non è esente da scossoni
Abbiamo affrontato molte occasioni, in questi primi 20 anni del nuovo millennio, nelle quali ci siamo interrogati sul modo in cui il tessuto imprenditoriale della filiera italiana della pelle vivesse il rapporto con gli istituti di credito e, di conseguenza, a valutarlo. Periodi in cui tornava a galla, turbolenta come un mare prossimo alla tempesta,...
Il fashion business è chiamato a reggere l’urto di una nuova fonte di tensione. Ha tutti gli elementi per farcela. Ma anche per uscirne ancora più polarizzato
Prendersi un rischio d’impresa a breve termine, a fronte di un sistema creditizio sempre più oneroso, potrebbe rivelarsi un boomerang catastrofico