La fine dell'isolamento economico e finanziario di Teheran è arrivata il 14 luglio 2015 ed è coincisa con la sensazione che il suo mercato potesse esprimere grandi potenzialità per la moda, dalle griffe ai marchi più piccoli. Il 5 novembre 2018 tutto si è ribaltato di nuovo. Cosa è successo da allora a oggi?
LA COPERTINA
Già, perché non se ne parla più. Eppure, è stato, a suo modo, una sanzione pesante per l’industria conciaria, distorcendo per anni i flussi commerciali. Ma non è scomparso: esiste, eccome. Però, ci sono argomenti che l’hanno relegato nell’ombra. Uno su tutti: la sostenibilità. Che, a modo suo, è un altro tipo di sanzione
Higg Index, (molto) discusso strumento di valutazione dell'impatto ambientale di un prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita
Che cosa vuol dire se sul mercato dei materiali della moda c’è chi vende granitiche certezze E chi, invece, continua a fare ricerca
UNIC - Concerie Italiane pubblica il ventesimo Report di Sostenibilità annuale di settore
È da anni che i brand chiedono di conoscere la storia dei materiali che impiegano nelle collezioni: i fornitori e gli enti di certificazione hanno risposto di conseguenza
«L’approccio scientifico è lo strumento principe per progredire sul fronte della sostenibilità» dicono da Italven, conceria specializzata in rettile
Cinque progetti (grandi e piccoli) di sostenibilità declamata fin sugli scaffali
La parola di febbraio è “lavoro”. Non l’abbiamo scelta per identificare la congiuntura in atto. Non ci interessa, su queste pagine, capire «se c’è lavoro», come ci ritroviamo a chiedere a imprenditori e manager in molte interviste, quasi fosse una formula rituale per rompere il ghiaccio. Qui parliamo di “lavoro” in quanto fabbisogno di “manodopera”,...
Alla manifattura italiana della moda e del lusso, dicono gli addetti ai lavori, mancano 94.000 addetti da inserire in azienda entro i prossimi 5 anni. Ad oggi, solo il 50% potrebbe essere reperibile
Le aziende della filiera hanno, come mai in passato, fame di nuova manodopera. Nuova perché giovane. Nuova perché capace di affrontare il lavoro, anche quello artigianale, con modalità evolute
Uscire dall’emergenza, ridurre il gap tra domanda e offerta di addetti, cercare di cucire la trama di un sistema formativo futuribile, capace di tramandare i saperi manifatturieri della filiera italiana della moda e, costantemente, attualizzarli. Mission impossible? Ecco cosa ne pensano alcuni formatori
Sono tre gli istituti di riferimento dei distretti italiani della concia: da loro passa la formazione delle più giovani leve di addetti della filiera della pelle. Rispondono alle stesse esigenze.
Antonio De Matteis, CEO di Kiton, ha le idee chiare su come attrarre i giovani ai mestieri artigiani della moda e, soprattutto, incentivarli a rimanere in azienda: «Negli ultimi 30 anni abbiamo avuto un tasso di dimissioni pari a zero»
Antonio Filograna Sergio ha costruito a Casarano un polo degli accessori. Per riuscirci, ha dovuto rivitalizzare la tradizione salentina della calzatura. E costruire da zero le competenze necessarie per la pelletteria
Ripartiamo da una parola, da Karl Lagerfeld e dalla sua caricatura digitale: il suo (i suoi) NFT che avete appena visto a pagina 3. Il 2023 del nostro mensile continua a percorrere il binario del 2022, fondando ogni numero su un approfondimento monotematico. Sceglie di farlo interrogandosi sul senso delle singole parole che utilizziamo per...