Nella moda «non ci sono più regole», osserva Ferrero Rosati, CEO di Factory. Perché i tempi sono così stretti che si preferisce bruciare le idee, piuttosto che rimanere fermi.
LA COPERTINA
Ondate pandemiche. Politica Zero Covid in Cina. Guerra in Ucraina e isolamento del mercato russo. Inflazione. Nulla di tutto ciò ha frenato le griffe dell’alto di gamma
In un mondo dominato da colossi che possono permettersi (quasi) tutto, compreso alzare continuamente i prezzi in negozio (senza perdere clientela), come può sopravvivere un brand calzaturiero o pellettiero di piccole o medie dimensioni?
Il mercato della moda va bene al traino dei big del lusso, ma anche dei marchi del premium. Le concerie possono dirsi contente, ma non del tutto serene per il futuro
Abbiamo chiesto ai vertici delle associazioni confindustriali che rappresentano la calzatura e la pelletteria italiana come i settori affrontano la congiuntura
Massimiliano Tintinelli, capo della società di consulenza e strategia MTI Consulting, ci spiega cosa conviene fare ai piccoli brand e alle PMI della moda in questo “mare in tempesta” per non naufragare
DI QUELLO CHE PENSIAMO, FACCIAMO, DICIAMO. È un numero particolare, quello che state per leggere. Ci siamo ritrovati a immaginarlo spinti da una serie di circostanze che mostrano punti di contatto forse inconsapevoli, ma che confluiscono nella direzione di una parola che oggi piace tanto, tantissimo, forse di più. La parola è: reputazione. Qualcosa di...
Cioè l’incredibile attenzione mediatica sui legami della moda italiana con il mercato russo. E la pretesa che la concia sia in qualche modo corresponsabile dell’impatto della zootecnia
Quello che stiamo per raccontare è un caso esemplare di come possa essere presa, accartocciata e distorta la decisione di un imprenditore che ha cercato di far valere il senso della propria responsabilità (e di quella di chi viveva il suo stesso disagio) nei salotti televisivi e sui relativi social dove è stato coinvolto
Lo scorso maggio la società di consulenza Comin & Partners ha realizzato con il software di analisi del sentiment della rete di KPI6 la seconda edizione del report sulla reputazione online dei brand del lusso
Nel distretto calzaturiero della Riviera del Brenta nasce una rete tutta al femminile, che vuole «liberare tutto il potenziale, talvolta soffocato, del lato femminile della scarpa» veneta
Una multinazionale dell’alta moda (Kering) partecipa al round di finanziamenti di una startup che sviluppa un processo di coltivazione in vitro di derma animale (VitroLabs). Una vicenda che spiega perfettamente un pregiudizio che perseguita la concia
Una multinazionale dell’alta moda (Kering) partecipa al round di finanziamenti di una startup che sviluppa un processo di coltivazione in vitro di derma animale (VitroLabs). La notizia potrebbe esaurirsi qui. Ma di mezzo c’è la pelle e la cosa scatena un cortocircuito mediatico. Una vicenda che spiega perfettamente un pregiudizio che perseguita la concia
I brand per ragioni di marketing presentano prodotti animal free. Legittimo. Ma, usando goffamente gli argomenti dell’antagonismo verde, cascano in nonsense buffi sul piano della comunicazione, dannosi su quelli del marcato
NON È UNA DOMANDA: è la risposta. O, a voler aggirare il rischio di cedere a vari livelli di retorica, quella del titolo è la conseguenza di una serie di cambiamenti e criticità emergenziali che hanno inciso sulla struttura fisica e mentale della filiera italiana di fornitura della moda e del lusso. Criticità furibonde deflagrate...
Una «LVMH italiana» come aggregazione di brand non nascerà più. Ma in Italia sono in formazione holding di imprese manifatturiere. Perché sul mercato ci sono gruppi dal fatturato che pare un PIL. E per essere loro fornitori servono le dimensioni
Mentre nel mondo della moda e del lusso a far notizia sono quasi sempre le acquisizioni di grandi brand da parte di grandi multinazionali, in Italia, dal 2020 ha preso velocità una tendenza per certi aspetti rivoluzionaria, basata sull’eccellenza della competenza artigianale e manifatturiera delle nostre PMI
Quattro dei gruppi più attivi nella costruzione di conglomerati aziendali di filiera ci spiegano il senso e la dinamica della matematica aggregativa che guida la loro mission
Nice Footwear sta costruendo un gruppo degli accessori in Riviera del Brenta perché «bisogna essere strutturati per un cliente internazionale dalle richieste sempre più precise e sofisticate»
L’azienda guidata da Stefano Giacomelli e controllata da una proprietà francese, rappresenta un esempio “al contrario” di integrazione aggregativa, visto che nel 2009 ha acquisito un suo cliente