La potenziata presenza di allergeni dovuta a intenzionali modifiche genetiche alle linee cellulari. La presenza di micro e nanoplastiche. L’espressione di nuove tossine in presenza di instabilità genomica. Sono alcune delle 53 buone ragioni per aspettare maggiori rassicurazioni sulla sicurezza alimentare della cosiddetta carne sintetica, ovvero quella coltivata in bioreattori. Le segnala lo studio “Food Safety Aspects of Cell-Based Food”, condotto da FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) e WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità).
Il peso delle 53 buone ragioni
Lo studio di FAO e WHO evidenzia i rischi per la salute derivante dal consumo di carni sintetiche. Ma parla anche delle contromisure che i produttori di “cell-based food” (carni, ma anche prodotti ittici) possono adottare per mitigare tali rischi o, per lo meno, comunicarli in maniera chiara e trasparente al pubblico. Intanto è giusto che l’approccio agli alimenti sintetici sia critico. Il portale Meat the Fact riporta l’opinione dell’accademico australiano Paul Wood, che denuncia due criticità del settore. “I prodotti non sono identici a quelli che vorrebbero sostituire: ci sono ancora differenze significative nel gusto, nelle proprietà nutrizionali e nella struttura – si legge –. Gli stessi prodotti sintetici, poi, mettono a rischio molte funzioni sociali dell’allevamento, come i servizi ecosistemici, i benefici dei sottoprodotti e il contributo ai mezzi di sussistenza delle comunità”.
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