Malgrado un anno, come spiegato da Gabriella Marchioni Bocca (presidente Assomac), meno brillante di quelli precedenti, l’Italia si conferma leader globale delle macchine per la filiera pelle-calzature, mentre la rincorsa della Cina rallenta. Nel 2017 il valore delle esportazioni di macchinari, si legge nel rapporto congiunturale dell’Associazione dei Costruttori di Tecnologie per Calzature, Pelletteria e Conceria, ha toccato quota 940 milioni di euro, per un +6,3%, su base annua. Mentre l’Italia, che detiene la quota del 47% del valore complessivo, è cresciuta del 10%, la Cina seconda in classifica ha aumentato il proprio giro d’affari “solo” dell’8,4%: se Pechino nel 2015 aveva ridotto il gap a una distanza di circa 157 milioni di euro (353,1 milioni di fatturato estero per la tecnologia italiana, contro i 196,2 della Repubblica Popolare), ora la forbice si è allargata a 175 milioni (444 milioni contro 268,4). Nel comparto macchinari per la concia il trend è ancora più acuto. L’Italia, forte di una quota del 69% del valore delle esportazioni, cresce nell’anno del 13,3% tenendo la Cina (+35,1%) a debita distanza: 176,6 milioni di euro contro 48. I ruoli si invertono, invece, quando si osserva il trend dei macchinari per calzature: qui è Roma che insegue Pechino. Nel contesto di un mercato in calo (-8% nell’anno), i costruttori nostrani compiono un balzo del 12,6%, mentre i concorrenti cinesi inchiodano (-22,5%): se nel 2015 la forbice tra il fatturato estero dei due Paesi era di circa 93 milioni di euro, nel 2017 è di appena 9 (132,8 milioni contro 123,3). Nel campo delle macchine per pelletteria, infine, l’antagonista dell’Italia (45 milioni di euro) è Taiwan (31,6 milioni).
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