SSIP (Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli) sta lavorando a un progetto innovativo per la depurazione delle acque reflue. “Quello al vaglio è un sistema fotocatalitico che consiste nell’utilizzo di un catalizzatore che viene attivato dalla luce” spiega Daniela Caracciolo, responsabile, insieme a Tiziana Gambicorti, del progetto di ricerca del trattamento di acque reflue e del laboratorio di analisi chimiche di SSIP. Il catalizzatore testato non necessita di grandi quantità di energia per attivarsi, quindi sarebbe sufficiente la luce per innescare il processo di depurazione. “L’energia fa passare gli elettroni dalla banda di valenza a quella di conduzione – continua Caracciolo – Questa coppia buca-elettrone può reagire con una specie accettore o donatore di elettroni attraverso reazioni di ossidazione o riduzione e fa quindi sì che le sostanze organiche si degradino, abbattendo il COD nelle acque reflue”. Durante la fase sperimentale questo innovativo sistema di depurazione ha dato “ottimi risultati”, sottolinea la responsabile del laboratorio di SSIP, aggiungendo poi che “questo fotocatalizzatore non è influenzato dal range di concentrazione”. “Abbiamo svolto degli esperimenti con acque da depurare con concentrazioni di COD basse, del tipo 80 milligrammi per litro, ottenendo un abbattimento superiori al 50% – spiega Caracciolo –. Successivamente le prove hanno riguardato le acque di rifinizione e di tintura, con le prime che avevano una concentrazione di COD pari a 1.200 milligrammi per litro e il risultato è stato lo stesso”.
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