Digitalizzazione e Intelligenza Artificiale per Prada e Balenciaga

Digitalizzazione e Intelligenza Artificiale per Prada e Balenciaga

Prada e Balenciaga: ecco come digitalizzazione e Intelligenza Artificiale sono entrate nella produzione. “La trasformazione digitale nei processi manifatturieri per l’industria del fashion: Intelligenza Artificiale e passaporto digitale del prodotto” è stato il tema del seminario che si è svolto durante Simac Tanning Tech (nella foto). Un futuro che mette timore, ma è già iniziato.

Digitalizzazione e IA per Balenciaga

“La digitalizzazione non deve far paura perché è di supporto alla produzione e conferisce al prodotto un valore aggiunto”, dice Stefano Menicacci, LG Production Process Technical Manager di Balenciaga. “Non si può più dire: abbiamo fatto sempre così. Ora si deve voltare pagina”. Secondo Menicacci i prodotti sono fatti attraverso informazioni, dalla progettazione fino alla loro realizzazione. “Un’ottima fabbrica deve avere massima qualità nei materiali, nelle persone e nelle macchine. Ma poi serve il metodo ed è l’informazione che fornisce il metodo”.

 

Digitalizzazione e Intelligenza Artificiale per Prada e BalenciagaDigitalizzazione e Intelligenza Artificiale per Prada e Balenciaga

 

La versione di Prada

Anche Claudio Calabrese, Lean Manufacturing Leader di Prada, ha affrontato il tema del rapporto tra artigianato e tecnologia. Secondo Calabrese il supporto della tecnologia “non è un’opportunità, ma una necessità”. Perché? Semplice: con la crescita del lusso occorre aumentare la produzione, per cui occorre fare formazione. “Ma non abbiamo il tempo per formare un esperto pellettiere. La tecnologia rende più appetibile il lavoro al giovane. In questo modo gli artigiani più esperti si occupano delle mansioni più delicate, dove la loro esperienza è fondamentale. Quindi la tecnologia velocizza l’inserimento delle nuove risorse per mansioni più semplici che i senior non vogliono far più. Abbiamo utilizzato l’IA per il riconoscimento automatico dei difetti del pellame. Il materiale viene scansionato, digitalizzato e vengono evidenziate le aree più idonee da tagliare per quel tipo di prodotto. Il suo impatto sulla filiera è stato clamoroso”.

Un percorso difficile, ma benefico

“Far entrare la tecnologia in azienda è un percorso difficile, ma porta benefici” confessa Antonio Veltro, CEO di Ma.Pel Pelletteria. Secondo l’imprenditore toscano la robotica e l’IA aiuteranno la formazione perché “quando gli esperti andranno in pensione chi farà la formazione?”. L’imprenditore conclude: “Tecnologia applicata prodotto? È più difficile. Già ora i prodotti sono tutti uguali…”.

La tracciabilità è il punto di partenza

Tracciabilità della filiera produttiva e passaporto digitale (chiesto dall’Europa) sono stati i temi più caldi. Rinaldo Rinaldi, direttore scientifico di e-P Summit e docente di “Gestione integrata della produzione e della logistica” all’università Firenze ha ammesso le difficoltà dei marchi a gestire 3 o 4 livelli di fornitura. “Pensate al tomaificio che si avvale di orlatrici a domicilio. Tracciare tutto è una bella sfida ma bisogna attrezzarsi fin da ora per il 2026” ha concluso Rinaldi. “In base alle strategie aziendali, tracciabilità vuol dire riposizionare l’intera supply chain. La tracciabilità è il punto di partenza” osserva Calabrese. (mv)

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