Innovazione, automazione e Kazakistan: Covid non ferma Pajusco

Innovazione, automazione e Kazakistan: Covid non ferma Pajusco

Covid non ferma Pajusco Tecnologie. L’azienda di Montebello Vicentino (specializzata nello sviluppo di soluzioni tecnologiche per conceria) ha lavorato senza sosta anche durante i mesi più cupi del 2020. Come ci è riuscita, ce lo spiega il suo sales manager, Olimpio Storti, che ci racconta anche di un progetto molto particolare portato a termine in Kazakistan (nelle foto, tratte da zhaikpress.kz).

CRV non ferma Pajusco Tecnologie

Situazione di mercato: come è iniziato il nuovo anno?

Noi continuiamo ad avere lavoro. Non abbiamo mai chiuso, nemmeno sotto Natale e gli ordini sono proseguiti. Per cui siamo felici e contenti.

Avete notato rallentamenti?

“Sì, ci sono stati progetti congelati o rallentati a causa della pandemia, ma nessuno annullato. Adesso la situazione si sta riprendendo e arrivano nuove richieste. I mercati, insomma, stanno ripartendo e per noi le cose vanno bene anche se, naturalmente, nulla a che vedere con due anni fa.

Ci sono aree del mondo dove notate più fermento?

Nessuna spicca in maniera particolare. Osserviamo che la Cina, senza però essere presenti a livello di mercato, è ripartita prima degli altri, anche se ora stiamo assistendo alla chiusura di alcuni distretti per la comparsa di nuovi focolai di virus. Più in generale, stiamo seguendo progetti in Paesi dell’Est, Asia, Centro America. Più che aree geografiche, notiamo singole aziende che affrontano un rinnovamento. Spesso relativo a nuove sedi produttive che avevano iniziato a costruire prima della pandemia e su cui ora sono riprese le attività.

Automazione e innovazione

Quali sono le richieste?

I clienti sono sempre più alla ricerca di automazione e innovazione. Ogni investimento è fatto in direzione di una tecnologia il più avanzata possibile con richieste, allo stesso tempo, di personalizzazione. Questa è del resto la nostra forza. Riusciamo a soddisfare le necessità di chi ha bisogno di un macchinario più alto, più basso, più largo, quadrato anziché rotondo. Parallelamente, continuiamo con l’attività di ricerca e sviluppo, tanto che nei prossimi mesi presenteremo alcune novità assolute”.

Il progetto in Kazakistan

Di recente avete seguito un importante progetto in Kazakistan. Di cosa si è trattato?

“Abbiamo vinto il bando per la realizzazione della prima conceria chiavi in mano di Kubley, la più importante azienda della carne del Paese. Siamo partiti da zero, abbiamo progettato l’intera catena di produzione per il wet blue. Abbiamo scelto solo ed esclusivamente macchinari made in Italy puntando su marchi come Mosconi, Bauce, Feltre. Abbiamo predisposto 4 bottali automatici con filtri per la depurazione e gole, 2 calcinai, una scarnatrice e una misuratrice. Tutto con un forte grado di automazione e, soprattutto, tutto dotato di controllo da remoto. Cosa rivelatasi fondamentale”.

Perché?

“Perché abbiamo iniziato a lavorare al progetto nel 2019. Poi è scoppiata la pandemia e non abbiamo più potuto muoverci. Il cliente aveva, però, tempistiche da rispettare e particolari esigenze di produzione. Così, abbiamo pianificato tutto nei minimi dettagli e, insieme ai tecnici, siamo riusciti a eseguire i test e poi avviare l’intero impianto esclusivamente da remoto. Una cosa incredibile, sapevamo che era difficile e quando il cliente ci ha inviato foto e filmati dei macchinari in azione è stata una grande soddisfazione. Un grande orgoglio per tutti, perché abbiamo dimostrato la solidità e la serietà del comparto italiano.

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