“Il metaverso non è il futuro, è il presente”. A dirlo è un vero e proprio precursore del digital nella moda, Andrea Panconesi, fondatore e presidente di LUISAVIAROMA.COM. Il visionario, cioè, che 22 anni fa trasformò la sua “bottega” di Via Roma a Firenze in una piattaforma e-commerce internazionale. “Questa è la nuova scommessa- dice l’imprenditore a lato dell’evento Future For Fashion -. Il metaverso sarà tanti mondi, non ce ne sarà uno solo. L’esperienza che hai su questa piattaforma, giocando e socializzando tra avatar, poi la puoi utilizzare anche su altri metaverso. La grande scommessa è che saranno collegati gli uni con gli altri”. Un potenziale enorme per dialogare con le nuove generazioni. È “una dimensione che non sostituirà la realtà, ma andrà a completarla, come hanno fatto tv e cinema”, afferma nel corso dello stesso evento il direttore di Polimoda, Massimiliano Giornetti. “Ci sono voluti 22 anni per arrivare alla consapevolezza dell’e-commerce, ci vorranno 2 anni per il metaverso”, prevede Panconesi.
Parlare ai giovani
Già il successo dell’introduzione della moda nel gaming lo aveva dimostrato. La prima Metaverse Fashion Week ne è stata la conferma: il digital è il miglior modo per parlare ai giovani. “La nostra difficoltà a Firenze è parlare e interessare i giovani- commenta Laudomia Pucci, presidente Emilio Pucci Heritage -. Il metaverso permette di dialogare e interagire con loro. Se, ad esempio, esponi un abito di Maria Antonietta, un conto è vederlo in una teca con una luce soffusa, un altro è poterlo indossare. L’interesse diventa subito un altro”.
Il metaverso è il presente
“Il metaverso è entusiasmante, ma bisogna capirlo, perché è facile anche fare il passo falso”, aggiunge Pucci. Una cosa importante, infatti, è già diventata la necessità di formazione in questo specifico ambito. “I brand ci chiedono sempre di più designer di NFT, una figura molto richiesta nella moda- riprende Giornetti -. E siamo pronti al lancio di un corso dedicato al metaverso”. Le nuove competenze digitali non renderanno obsolete quelle legate a manifattura, anzi. “Il metaverso offre l’opportunità di collegare la capacità di generare dei concetti, non lo vedo con l’annullamento dell’heritage, dell’artigianalità. Porta nel digitale il talento dei nostri ragazzi”.
Dal see now buy now al see NFT buy now
Nel metaverso tutto è afferrabile in real time. I brand che finora hanno partecipato alle sue sfilate, oltre a presentare collezioni in fashion show digitali, hanno messo in vendita NFT e prodotti fisici in tempo reale. E mentre, su questa dimensione, si punta sempre più sull’immediatezza, sia dell’engagement che delle vendite, le sfilate tradizionali vanno in controtendenza. Si prenda ad esempio quanto ha fatto Ralph Lauren, che a New York ha scelto di abbandonare il meccanismo see now buy now, molto in voga proprio tra i marchi statunitensi fino a qualche anno fa. Non è più possibile acquistare subito i look visti in passerella: si dovrà attendere la stagione inverno 22/23. (mvg)
Leggi anche:
- La prossima fashion week si fa a Decentraland, nel metaverso
- Bertelli (Prada): “Russia? Intervenga la politica o saltano PMI”
- Salvare la moda, tutelare la filiera, uscire dalla comfort zone